Ansia? Panico? Autostima?
Oppure:
Circoli viziosi di relazioni, incapacità di scelta, non riuscire a farsi ascoltare, essere costantemente sminuiti, sentirsi talmente spaventati da non riuscire a respirare come sott’acqua…
Dalla mia esperienza professionale ho maturato l’idea che una psicologa si occupi di storie di vita, vita vera, più che di etichette diagnostiche che servono ai professionisti per capirsi. Le etichette inquadrano, alle volte soffocano le possibilità che la vita può dare a ciascuno di noi.
Un esempio tra i tanti, l’autostima: nella storia di ciascuno di noi, l’autostima non si eleva, né si abbassa. Alta o bassa è casomai la sensazione di poter trasformare la nostra vita in qualcosa di soddisfacente per noi stessi. Questa sensazione certamente dipende dalla stima di noi stessi, una stima che va curata con l’obiettivo di averne una giusta misura per poter vivere bene prima con noi stessi e poi con gli altri.
La parola chiave è quindi la “cura“. Una psicologa è una “curatrice di storie di vita“. Sostiene chi le si affida nello scrivere un capitolo diverso da quelli scritti fino a quel momento, in quella particolare storia.
E si inizia a scrivere una storia diversa, innanzitutto approfondendo bene nel dettaglio il problema che quella persona sente come pesante, come irrisolvibile…e da lì, insieme, si fa in modo di scrivere una storia che faccia sorridere di più!
Perché nel dialogo con uno psicologo, a mio parere, si deve avvertire di viaggiare, certamente dentro se stessi, ma con la possibilità di uscirne in maniera diversa da come si è iniziato!